“Mi piacerebbe diventare un cielo stellato e dipingere buchi neri perchè poi tanto neri, secondo me, non sono”.
Una pittura colta, impegnata e spesso di denuncia, sempre mascherata dietro una delicata, ironica veste di semplicità fiabesca.
Nulla è solo ciò che appare agli occhi.
Il lavoro di Carla Bedini merita una lettura paziente e curiosa poiché s’ incammina attraverso percorsi lontani dalla razionale logica addentrandosi nel territorio intuitivo dell’ inconscio collettivo. La sua ricerca s’ inabissa nelle profonditàdell’animo umano ed in tematiche filosofiche che in ogni periodo storico hanno affascinato artisti e pensatori; Rapporto tra Uomo e Natura, realizzazione della personalitàcome sintesi di ombra e luce, ricerca del senso del nostro essere ed esserci qui ed ora. La sua opera ècolta ed ambiziosa, nata da una profonda conoscenza della storia dell’arte. Nulla è lasciato al caso, nemmeno la scelta dei materiali che veicolano il suo messaggio. Legno e garza creano quel rapporto diretto con la Natura, punto focale della sua ricerca. Contemporanea nelle tematiche sociali e ambientali affrontate; Contemporanea nell’uso del racconto, della favola come veicolo per trasmettere degli Universali, degli archetipi; Figure e situazioni radicate nel nostro profondo. La sua opera parla non solo e non tanto ai nostri occhi, quanto al nostro inconscio, ai nostri fantasmi e si pone davanti a noi come uno specchio suscitando reazioni e risposte mai scontate.
Evento nell’evento:
Pierre Bohr liutaio, Ca’ di Fra’ Arte Contemporanea, insieme all’intero Caseggiato via Farini 2 presentano un’ ora di musica classica in un luogo non – classico.
Il violoncellista Federico Toffano (violoncello barocco ) ci regalerà un’atmosfera fuori dal tempo all’interno di un cortile della Vecchia Milano.
Perché un concerto in un cortile, un luogo profano per eccellenza?
Risponde in modo esemplare lo stesso Toffano:
“ …Come dice Eric Siblin, critico musicale: “Nei concerti di musica classica nessuno crede di avere il diritto di parlare; è possibile schiarirsi la gola soltanto tra un movimento e l’altro, quando per di piùnon possiamo nemmeno applaudire e siamo costretti a restarcene con le mani in mano finchél’intera composizione non giunge al termine. All’epoca di Bach non c’era tutta questa sommessa reverenza; forse non in chiesa, ma di sicuro in luoghi come il caffè Zimmermann di Lipsia, dove il compositore eseguì molti dei suoi lavori – si beveva, si fumava, si andava in giro, si chiacchierava…”. L’unico modo per tirare fuori dai musei la musica classica è smettere di suonarla in un museo ”.
Inaugurazione mostra Carla Bedini – La mia anima è vento ore 18.00 - 21.00
Concerto per violoncello barocco Federico Toffano ore 18.30 - 19.30